Il modello 730 si compone di varie sezioni e tutte devono riportare i dati corretti ed essere privi di qualunque tipologia di errore o dimenticanza. In particolare, il quadro B, ossia quello che deve essere obbligatoriamente compilato se si è proprietari di un fabbricato, necessita di una particolare attenzione.
In questa parte della dichiarazione dei redditi vengono segnalati gli immobili posseduti. E’ bene sottolineare che vanno inclusi non solo la prima abitazione, ma anche quelli su cui è in atto un affitto, un comodato d’uso o una sublocazione.
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Per comprendere quali sono i fabbricati da inserire in questo quadro, i requisiti fissati da legge sono due:
- l’immobile deve avere ubicazione in Italia.
- il fabbricato deve essere iscritto o deve essere stata avviata una procedura per registrarlo al catasto. Al suddetto fabbricato sarà poi assegnata una rendita catastale.
Su questo secondo punto è bene fare una precisazione. Tutte le informazioni utili per redigere il quadro B sono consultabili nella visura catastale che viene effettuata da dei professionisti. Inoltre, la stessa visura può essere utilizzata per compilare il modello ISEE nel 2020 e per ricavare i dati relativi al patrimonio di immobili del soggetto. Allo stesso tempo, però, può anche accadere che il fabbricato non sia stato ancora registrato presso il catasto competente e, quindi, non essere dotato della propria rendita. In questa seconda fattispecie a tale fabbricato viene assegnata una rendita catastale provvisoria che verrà poi rettificata al momento della registrazione.
Tutti gli altri tipi di immobili, a cui si associano vari utilizzi, non possono essere menzionati qui, ma devono essere dichiarati nella sezione “Redditi diversi”, ovvero nel quadro D.
Quadro B del modello 730: chi è obbligato a compilarlo?
Sono tenuti a elencare i fabbricati nel 730 tali soggetti:
- il proprietario.
- chi è titolare di un diritto reale di godimento. Nell’eventualità in cui tale soggetto sia unicamente il possessore della nuda proprietà non c’è bisogno che esso menzioni l’immobile.
- chi è un titolare di un diritto personale di abitazione che viene riconosciuto nella successione ereditaria al coniuge superstite oppure, più in generale, al coniuge separato.
- chi possiede degli immobili che non possono essere considerati rurali.
- i soci delle società semplici e delle società assimilate, le quali danno forma a dei redditi derivanti dai fabbricati.
Come si compila
Prima ancora di addentrarci nell’analisi di ciascuna delle colonne che costituiscono tale sezione, è giusto evidenziare che il quadro B va riempito con i giusti dati anche se non sono avvenute variazioni nell’impiego dell’immobile o nella sua proprietà.
In aggiunta, gli immobili non locati non sottostanno al regime IRPEF e agli addizionali regionali, dato che su di essi viene già calcolata l’IMU.
Ultima precisazione è relativa al fatto che la sezione II va redatta unicamente se è presente un contratto di locazione per un fabbricato distrutto o inagibile, ma locato in uno dei Comuni abruzzesi colpiti dal sisma del 2009, a cui si associa l’eventualità in cui il locatario abiti in uno di questi comuni.
Colonna 1
Nella prima colonna è sufficiente indicare l’importo della rendita catastale. L’unico aspetto da tenere bene in considerazione è che a questa somma va applicata una percentuale di rivalutazione pari al 5%. Come abbiamo sottolineato in precedenza, per gli immobili non ancora registrati si deve prendere a riferimento la rendita catastale provvisoria.
Un’eccezione alla regola è rappresentata dagli immobili di natura-storico culturale. La legge ha stabilito che per queste tipologie di fabbricati è prevista una diminuzione della rendita addirittura del 50%.
Colonna 2
Al fine di dimostrare l’utilizzo che viene fatto dell’immobile si rende obbligatorio l’utilizzo dei codici identificativi. In particolare:
- “1” indica l’abitazione primaria.
- “2” indica il fatto che l’immobile viene utilizzato in comodato gratuito da altri soggetti che non rientrano nella cerchia familiare o che esso è posseduto in aggiunta a quello principale. E’ l’IMU a essere pagato su questi fabbricati che non concorrono a formare l’imponibile IRPEF.
- “3” indica che il fabbricato è stato locato in un regime di libero mercato o sussistono dei patti in deroga.
- “4” indica che l’immobile è locato con un canone che è stato stabilito dalla legge e non può essere pattuito tra le parti.
- “5” indica le eventuali pertinenze che appartengono al gruppo C e che, ad esempio, sono costituite da cantine o soffitte. Le pertinenze non hanno lo scopo di venire abitate, ma si integrano all’abitazione primaria e possono anche non appartenere a quest’ultima.
- “8” indica che l’importo del canone è stato pattuito e l’immobile è ubicato in uno dei Comuni che presentano una densità abitativa elevata. Se il canone è stato definito in sintonia tra le due parti, vige la cedolare secca e il fabbricato si trova in uno dei Comuni che rientra nelle zone di emergenza certificate nei 5 anni precedenti il 28/5/2014, il reddito sarà sottoposto a una diminuzione del 5% e del 10% per la cedolare. In questa eventualità c’è bisogno di impiegare il medesimo codice.
- “9” indica che il fabbricato non rientra in nessuna delle categorie sopra citate.
- “10” indica che l’immobile è abitato da un familiare senza un canone di affitto o è impiegato come abitazione primaria da uno o più comproprietari, escluso colui che effettua la dichiarazione dei redditi.
Colonna 3
Vengono riportati i giorni di possesso dell’immobile, la cui cifra non può superare i le 365 giornate anche se sono trascritte su più righe.
Per i fabbricati che sono stati costruiti di recente, e che quindi non compaiono nelle registrazioni del catasto, si deve prendere come riferimento la data specifica in cui esso viene dichiarato idoneo per l’utilizzo scelto.
Colonna 4
In questa colonna si indica la quota di proprietà dell’immobile. Ad esempio, se è presente un solo proprietario, essa sarà del 100%. Se, invece, il bene è dato in affitto a un soggetto la percentuale cala al 50%.
Colonna 5 e 6
La colonna 5 è da riempire solo se è presente un contratto di locazione. A ciascuna delle quote riferite al canone esistente è assegnato un codice:
- “1” nel caso si opti per la tassazione di tipo ordinario con una percentuale del 95%.
- “2” nel caso in cui si dichiari immobili ubicati a Venezia centro o nei pressi delle isole di Giudecca, Murano o Burano con una tassazione ordinaria del 75% del canone.
- “3” nel caso in cui si scelga la tassazione con cedolare secca con una percentuale del 100% relativa al canone.
- “4” se si dichiarano immobili di carattere storico e culturale con una percentuale del 65% sul canone.
Dopo aver fatto ciò, la procedura continua con il riempimento della colonna 6 in cui si deve dichiarare l’importo del canone che è stato calcolato in base alla tassazione indicata nella colonna 5 attraverso il codice riportato. Quando il fabbricato è stato affittato per un periodo di tempo inferiore a un anno la legge stabilisce che si deve proiettare l’importo del canone sulla base dei giorni di locazione effettivi segnalati nella colonna 3.
Colonna 7
Anche in questa sezione è obbligatorio utilizzare il codice che identifica la fattispecie del fabbricato dichiarato nel quadro B del modello 730. In particolare:
- “1” nel caso in cui il fabbricato è stato certificato come inagibile o è stato distrutto a causa di una calamità naturale e, quindi, non può essere conteggiato fiscalmente. Si ricorda che se si sceglie questo codice, si dovrà utilizzare il “9” nella colonna 2.
- “3” nel caso in cui l’immobile è inagibile o distrutto per una ragione diversa da quella affermata nel punto sopra. Anche qui è necessario utilizzare il “9” nella colonna 2.
- “4” nel caso in cui l’immobile è dato in affitto, ma le cifre della locazione non sono pervenute al dichiarante e la procedura atta a sfrattare l’inquilino si è conclusa prima della data in cui si presenta la dichiarazione dei redditi.
- “5” se sussiste una comproprietà sull’immobile e quest’ultimo è stato concesso in affitto a uno o più comproprietari per la percentuale stabilita.
Colonna 8
Marcare questo spazio se si sta riportando il fabbricato su più righe e si vuole segnalare la prosecuzione.
Colonna 9
Riportare il codice catastale relativo al Comune in cui si trova il fabbricato.
Colonna 11
Utilizzare la seguente colonna solo si è optato per la cedolare secca.
Colonna 12
Impiegare il codice:
- “1” per segnalare che l’immobile non è adibito ad abitazione primaria e non è sottoposto all’IMU, ma all’IRPEF. Se esiste una locazione tra genitori e figli, con questi che lo impiegano come abitazione primaria è errato indicare questo codice dato che, per legge, è fissata esclusivamente una diminuzione del 50%.
- “2” per segnalare fabbricati usati come abitazione primaria e assoggettati all’IMU.
- “3” per segnalare un bene non concesso in locazione, bensì impiegato come abitazione e su cui si paga l’IMU. Altra prerogativa per utilizzare tale codice è che l’immobile deve trovarsi nello stesso Comune in cui è ubicata l’abitazione primaria. Quando si verifica ciò la rendita concorre all’imponibile IRPEF con le addizionali al 50%.
Colonna 13
Marcare questa casella del quadro B del modello 730 se il fabbricato è soggetto a un canone di locazione concordato e alla cedolare secca, con ubicazione nel medesimo Comune in cui è stato dichiarato uno stato di emergenza in una data precedente di 5 anni al 28/5/2014.

